Mauro Gioielli

La Madonna dalle scarpette d'oro

- Il Racconto di Natale -


rielaborazione di unsa fiaba tradizionale

In sottofondo è possibile ascoltare le note melodiose del brano

Dormi dormi - fermarono i cieli  (Mauro Gioielli, Ivana Rufo)

del gruppo musicale Il Tratturo.

Una bella fiaba, tradizionale nel territorio molisano tanto vicino agli Altipiani Maggiori, e non solo geograficamente.

Con essa l'amico Mauro Gioielli ha voluto caratterizzare, rielaborandola in minima parte, il Natale 2010.

Siamo certi che i navigatori del nostro portale ne sapranno apprezzare l'intima poesia, e sapranno ritrovare durante la lettura le radici che così profondamente vincolano noi tutti a questo territorio comune.

Grazie Mauro per questa fiaba, e per l'armonia che la musica del tuo gruppo pervade il nostro animo nell'ascoltare i tuoi brani.

Era la mattina di Natale, un Natale particolarmente freddo. La città era tutta illuminata a festa e la grande cattedrale era piena di gente andata a messa.

Sull’altare maggiore c’era un’antica statua della Madonna in trono, con il Bambinello fra le braccia. La chiamavano Madonna dalle scarpette d’oro, perché calzava scarpe d’oro purissimo, offerte alla Vergine da un ricco devoto.

Al termine della messa, tutti a poco a poco andarono via. Avevano fretta di tornare a casa, al caldo, per festeggiare il santo giorno in famiglia. La chiesa divenne deserta e la Madonna restò sola.

Dopo circa un’ora, davanti alla cattedrale giunse un vecchio zampognaro. Era sceso dai monti per suonare antiche melodie natalizie e chiedere l’elemosina in giro per le strade della città, ma aveva raccolto solo poche monetine.

Intirizzito dal gelo e provato dalla stanchezza, l’anziano uomo pensò di trovare riparo in chiesa. Entrò e si sedette su una panca, in religioso silenzio. Poi alzò lo sguardo verso la statua della Madonna e gli parve che sorridesse. Allora volle suonare una dolcissima ninnananna per il Bambin Gesù.

Quand’ebbe finito, s’inginocchiò per pregare e in quel momento accadde una cosa straordinaria: la statua si animò, la Madonna si sfilò dal piede una scarpetta d’oro e la lasciò cadere verso lo zampognaro.

Lui capì che aveva voluto fargli quel dono per ripagarlo della ninnananna.

Pianse e ringraziò la Vergine con tutto il fervore della sua anima. Quindi, raccolse il prezioso oggetto e uscì.

Qualcuno, però, lo vide andar via con la scarpetta d’oro. “Certamente l’ha rubata”, pensò.

Vennero chiamate le guardie e il povero vecchio fu arrestato. Si proclamò innocente, raccontando che quella scarpetta gliel’aveva data la Madonna; ma nessuno volle credere alle sue parole.

«Prima di finire in prigione», disse con rassegnazione, «concedetemi di suonare ancora una volta davanti alla statua».

Dal momento che era Natale, le guardie acconsentirono.

La chiesa, nel frattempo, s’era riempita di fedeli e di curiosi. Lo zampognaro s’avvicinò all’altare e cominciò a suonare. Dopo alcune note, la folla assistette ad un prodigio: la Madonna lasciò cadere dall’altro piede la seconda scarpetta d’oro, che rotolò verso lo zampognaro.

Il miracolo s’era ripetuto. Nessuno riuscì a trattenere la commozione. Tutti iniziarono a pregare.

Infine, il vecchio rimise le scarpette ai piedi della statua e volle fare lui un regalo alla Madonna. Le donò la sua zampogna.

È passato più d’un secolo e lo strumento è ancora là, in quella cattedrale. Ogni anno, la notte di Natale, dalle sue canne escono magicamente le note d’una tenerissima ninnananna per il Bambinello.


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