.... cose d'Abruzzo

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2009

LUGLIO

AGOSTO

       
 

 - 15 Settembre 2009  -  

94  casette in legno sono state consegnate agli abitanti di Onna. Realizzazione della regione Trentino per i terremotati D'Abruzzo.

- 29 Settembre 2009  -  

400  appartamenti in palazzine antisismiche sono stati consegnati a Bazzano. Realizzazione della Protezione Civile.


Omaggio a l'Aquila ........ rimasta così nei nostri cuori !!!!!!!

L'immagine sulla destra ci presenta un dettaglio di piazza del Duomo a l'Aquila, in una tranquilla mattina d'inizio Novecento.

La cupola della Chiesa delle Anime Sante risalta in tutta la sua interezza architettonica, affacciandosi quasi pudica dietro i tetti dei palazzi vicini che le fanno quasi da quinta.

Ed oggi, invece, ... ci appare ingabbiata tra le strutture metalliche con le quali il lavoro encomiabile dei VV.FF. cerca di conservare quanto rimasto dopo il "sussulto" del 6 Aprile scorso.

Da allora non riusciamo a trovare, fra i tanti, argomenti che possano essere considerati d'interesse prevalente rispetto a quelli indotti da questo terremoto.

Dopo approfondite considerazioni, abbiamo deciso di riservare mensilmente questo spazio del nostro sito ad un angolo dell'Aquila e paesi vicini colpiti dal sisma, e che oggi appaiono ai nostri occhi ancora sopraffatti di macerie. Desideriamo in questo modo conservarne la Memoria storica, e sognare come si ripresenteranno ai nostri occhi, auspichiamo in tempi non molto lontani.

Desideriamo non accodarci ai corifei dell'una o dell'altra fazione, che quotidianamente ci sommergono di notizie tra loro contrastanti. Ma d'altro canto non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad una comunicazione manipolata e truccata che elimina la verità effettuale delle cose (la montante crisi economica della zona, l'immobilismo progettuale di chi ci governa) e che trasforma l'ordinario in "miracolo" ed ogni difficoltà o stallo in "emergenza nazionale". Il Paese viene sommerso di parole inutili ed immagini ludiche, o di "illustri" in gramaglie che si aggirano a l'Aquila per ravvivare il "lustro" personale, senza alcuna ricaduta reale (allo stato dei fatti) sulla popolazione così duramente provata. E non è certo incubando le paure sugli "immigrati infiltrati" che si tranquillizza sulla certezza di un tetto prima del prossimo autunno. Restiamo così tutti ingabbiati in uno stato di minorità che impedisce di andare, con qualche spirito critico e consapevolezza, oltre le emozioni e l'immaginazione.

Nel nostro piccolo cerchiamo allora di aiutare "emozionando" nel ricordare la città che è stata, ed "immaginando" il sogno della città che tornerà ad essere con l'impegno di tutti noi. Questa è la forza che ha da sempre sorretto le genti d'Abruzzo, che con caparbietà anche questa volta hanno già ripreso a costruire ... come avviene, nella maggioranza dei casi, senza coordinamento o progettualità d'insieme. Non tutti purtroppo. Amici dell'Aquila, soverchiati da necessità famigliari insuperabili, col groppo alla gola ci hanno confidato che stanno alienando quel poco che è loro rimasto, e stanno riunendosi in più famiglie per trovare una nuova abitazione qui a Roma.

Difficile qualsiasi commento. Chi vi scrive può solo raccontare la propria esperienza personale ... nel terremoto del 1984 ha visto dissolversi i sogni che per anni lo sorreggevano nelle fatiche quotidiane (anche in terra straniera), e che lo vedevano tornare sulle nostre montagne. Nuovo cambiamento di vita, che grazie a Dio ancora prosegue e, racimolato tutto quanto disponibile, ha deciso di non sradicare le proprie radici.

Da allora sono passati oltre 25 anni, e continua ad essere creditore nei confronti dello Stato dell'intero importo attribuitogli dalle leggi del tempo  - Ordinanze 905 e 2473 dell'allora responsabile della Protezione Civile on. Zamberletti - ( appena un quarto, comunque, di quanto necessario per la ricostruzione antisismica ). Di cuore l'augurio a tutti i corregionali terremotati, di vivere una esperienza migliore.


APRILE 

 

Terremoto !!!!

 

.... questa parola abbiamo sentito risuonare per giorni intorno a noi. Un terremoto di parole ha accompagnato poi lo sciame sismico che ha scandito il trascorrere delle ore subito dopo quelle fatidiche 03:32:39 del 6 Aprile 2009.

La sismicità della nostra area è stata riconfermata con l'ultima "nazzecatella" di oggi, 01 Maggio ore 09:26 alla profondità di 10,4 km, magnitudo 2,6 con epicentro nel gruppo Velino-Sirente.

Ripercorrendo a ritroso la storia della nostra terra sentiamo di non poter condividere l'espressione di chi parla di tragica fatalità nello scorrere l'elenco delle vittime, o di inevitabile tributo alla peculiarità geologica del nostro territorio. Siamo convinti al contrario che i terremoti non siano delle fatalità, ma eventi naturali ai quali possiamo far fronte facendoci trovare adeguatamente preparati, anche facendo tesoro delle esperienze del passato, dai resoconti storici che descrivono terremoti vecchi di secoli.

E la storia d'Abruzzo incappa molte volte con avvenimenti legati ai terremoti, alcuni appena percettibili, altri squassanti e distruttivi per intere comunità o agglomerati urbani.

Le povere economie agro-pastorali, nei secoli scorsi furono più volte messe a dura prova dai terremoti, i quali nel contempo fecero risaltare la tenace determinazione degli abruzzesi a non perdersi d'animo, e riprendere il cammino senza mai lasciarsi soggiogare dalle avversità.

In coerenza con la tipologia del nostro sito, da tempo stiamo raccogliendo testimonianze documentali sui terremoti che hanno lasciato il segno nel nostro paese, e che proporremo nella concatenazione degli eventi via via succedutisi e documentati. Oggi, con riferimento alla attualità della tragedia che colpito l'Aquila ed i paesi vicini, anticipiamo sinteticamente una parte di queste nostre ricerche, per rendere fruibili, a chi voglia approfondirne la conoscenza, notizie sui sommovimenti naturali che hanno profondamente segnato non solo la nostra terra, ma anche l'anima delle nostre genti.

Data la scarsità delle fonti, possiamo supporre che i rilevanti sommovimenti tellurici documentati in Abruzzo, abbiano comunque interessato anche il territorio di Rivisondoli. La tipologia delle abitazioni dell'alto medioevo, poco più che capanne, era di fatto "antisismica". Da ciò la completa mancanza di notizie di vittime, stante anche la relativa densità abitativa del territorio. La distruzione o il danneggiamento degli edifici che "facevano la Storia" (castelli, cinte murarie, chiese ed abbazie) i pochi all'epoca in muratura, è l'unico mezzo che ha veicolato ai posteri notizie relativamente certe sui terremoti. 

I "Dialoghi" del monaco Desiderio, abate di Montecassino e futuro pontefice Vittore III, sono la prima testimonianza di un terremoto distruttivo in Abruzzo. Anche il "Romualdi Salernitani Chonicon" riporta del rovinoso sima del 990, che con epicentro a Benevento, fu avvertito a Chieti e provicia, e devastò il monastero di S. Liberatore a Maiella.

Si ha traccia di terremoti negli anni da 1088 al 1125, ed in quest'ultimo anno, il 15 ottobre Benevento fu quasi completamente rasa al suolo [Mag. > 5.5] Le isole Tremiti furono investite dalla furia combinata di terremoto, maremoto e violentissime trombe d'aria il 18 ottobre successivo, quando la superficie del suolo venne  incisa da profonde faglie, dalle quali fuoriuscirono miasmi solforosi.

Le  "cronache" di  Buzio da  Ranallo  riportano notizie di una lunga serie di


terremoti che devastarono la città dell'Aquila ed il contado viciniore, a partire

dal 13 dicembre del 1315, proseguendo ininterrottamente per oltre 4 settimane. Le cronache segnalano lutti e distruzioni di numerosi edifici pubblici, ed i sopravvissuti trovarono ricoveri di fortuna, in pieno inverno, sotto improvvisate tettoie.

Il "Chronicon Casauriense" ci riporta poi notizia del terremoto che nel 1348 causò danni notevoli all'Abbazia di San Clemente a Casauria. Inoltre, il "Necrologium Adriense descriptum et recognitum" alla data del 22 Ottobre, VIII dell'indizione, riporta tra l'altro : "Prima del canto del gallo, pressappoco all'ora del mattutino repentinamente fece un grande terremoto, che durò per un modico spazio di tempo."

Il Ciarlanti, nelle "Memorie Historiche del Sannio" così riporta del disastroso terremoto del mattino del 9 settembre 1349 [Mag. > 6.2] : "... Die vero 9 mensis Septembris, anni praedicti sequenti post festum gloriosae Nativ. Virginis Mariae in hora mediae tertiae fuit terremotus tam magnus, tam ingentissimae potentiae, quod nemo recordatur simile terrremotu a tempore creationis.... " Ingenti furono i danni oltre che alle case, anche alle mura della città di Isernia. A l'Aquila ottocento le vittime che perirono sotto le macerie. Buccio da Ranallo riporta che gli abitanti dell'Aquila furono talmente scossi, che volevano abbandonare la città. Lalle Campopreschi, conte di Montorio e rappresentante regio in Aquila, per evitare un esodo in massa, fece chiudere le brecce apertesi nelle mura, con solide staccionate di legno. Il terremoto fu avvertito disastrosamente anche a Sulmona e le scosse furono nettamente avvertite anche a Rivisondoli.

Riportiamo riproduzione di una pergamena con la Cronaca di Francesco d'Angeluccio da Bazzano, riferentesi al tremendo terremoto del 27 Novembre 1456 [Mag. > 6.5]  . Molti studiosi concordano col catalogare questo sisma tra i maggiori che hanno colpito in epoca storica l'Italia Meridionale. Fortissime scosse distruttrici si abbatterono in tutta la regione, colpendo duramente l'Aquila e Sulmona, ove moltissimi edifici subirono danni notevoli. Rivisondoli fu completamente rasa al suolo, ed il più antico ed artistico monumento del paese, la Chiesa Madre, subì danni gravissimi. Le scosse si susseguirono distruttrici il 5 il 15 e 17 Dicembre, e lo sciame sismico fu avvertito dalla popolazione sino al 27 dello stesso mese. Rocca Cinque Miglia e Roccaraso furono seriamente danneggiati, ed a Castel di Sangro rovinò un torrione del castello. Numerose furono le vittime nei paesi degli Altipiani Maggiori, e l'insediamento di Roccapizzi, nelle vicinanze di Pescocostanzo, completamente raso al suolo, venne abbandonato dagli abitanti, e mai più ricostruito.

Altri movimenti tellurici, fortunatamente non disastrosi, furono registrati in Abruzzo negli anni 1461, 1462, 1498, 1501, 1502, 1506, 1563, 1627, 1639 e 1672.  Disastroso al contrario nella zona dell'Aquila fu il sisma del 1688  [Mag. > 6.5] , che fu avvertito intensamente sino ad Isernia e Campobasso. Presumibilmente il terremoto fu intenso anche a Rivisondoli, ma al momento non abbiamo rinvenuto documentazione specifica.

La sequenza dei movimenti tellurici in Abruzzo si arricchisce di altre date: 1701, 1702, 1703,1706 e 1709. Di questi devastanti furono a l'Aquila le scosse del 14 Gennaio e 2 Febbraio 1703 [Mag. > 6.5] che superarono le 2500 vittime, delle quali 600 nella basilica di San Domenico, completamente distrutta dalla scossa delle ore 12:00. Lo sciame sismico durò sino al 3 febbraio, e la superficie del suolo si lacerò in più punti lasciando fuoriuscire densi vapori solforosi. Particolarmente nefaste per il territorio degli Altipiani Maggiori d'Abruzzo ed il circondario furono le due forti scosse susseguitesi a breve lasso di tempo il 3 Novembre 1706 [Mag. > 6.5] verso le ore 21:00, per complessivi 15 secondi. Epicentro probabile il massiccio della Maiella, con devastazione a Sulmona ove fu distrutta la cattedrale di San Panfilo, e molte altre chiese. Quasi interamente rasi al suolo furono Pettorano, Pacentro, Lama dei Peligni, Fara San Martino, Taranta Peligna, Lettopalena e Palena. Squassati furono Pescocostanzo, Rivisondoli, Roccaraso, ed a Castel di Sangro crollò buona parte dell'antica rocca.

Dopo un periodo di relativa calma, ulteriori movimenti tellurici tormentarono l'Abruzzo nel 1730 [Mag. > 5.5] - le fonti non sono concordi sulla data precisa (12 maggio o 12 giugno ?). Le scosse si avvertirono in tutta la regione, e segnalazioni si ebbero anche a Sulmona, fortunatamente con scarsissimi danni. Analoghe  furono la scosse avvertite a l'Aquila il primo febbraio del 1750  [Mag. > 4.5] . Violento fu il sommovimento che colpì l'Aquilano il 6 ottobre del 1762 [Mag. > 5.5], fortunatamente con danni molto limitati. Violento fu il terremoto, con epicentro Ortona, del 16 1 17 febbraio del 1782, che determinò una imponente frana verso il mare. L'Aquila sarà ancora tormentata tra luglio ed ottobre del 1786 con una serie di scosse che determinarono danni ingenti, e seminarono il terrore tra le popolazioni. Sulmona subì altri scuotimenti nell'ottobre del 1789 [Mag. > 5.5] , con notevoli danni ma senza segnalazione di vittime. Il secolo si chiude con analoga situazione  determinata a seguito del terremoto del gennaio 1791  [Mag. > 5.0]  a l'Aquila.

Il nuovo secolo si apre con i terremoti del 7 aprile e del 12 dicembre del 1803, per proseguire con le scosse del 1° e del 14 agosto 1809 [Mag. > 4.2]. Seppure alcune scosse furono di rilevante intensità, non si ebbero danni rilevanti alle cose e segnalazione di vittime, analogamente alla serie di scosse registrate nel 1841 lungo la valle del Pescara. Violenta fu la scossa che colpì il versante orientale della Maiella il 10 giugno [Mag. > 5.0] (Valle dell'Aventino), avvertita anche a Rivisondoli, fortunatamente senza danni rilevanti, come pure quelle che durarono al novembre 1848 al gennaio 1849. Un decennio di stasi, ed ecco ad Amatrice le nuove scosse del 17 e 18 febbraio 1859. Leggere scosse premonitrici si ebbero nel Chietino nel 1871, quale avvisaglia del forte sisma del 4 febbraio 1874 che martoriò l'Aquila, fortunatamente senza gravi danni. Distruttivo fu il terremoto che si manifestò il 10,  11 e 22 settembre  con repliche il 3 novembre 1881 e l'11 febbraio 1882. Gli effetti si fecero sentire a Sulmona e tutto il territorio circostante, fortunatamente non disastrosi come ad Orsogna che fu praticamente distrutta.

I due ultimi decenni del secolo XIX registrarono diversi movimenti sismici, sia nell'Aquilano che nella Marsica. Le scosse si succedettero numerose tra il 1884 (10 gennaio) ed il 1895 (10 aprile), fortunatamente senza procurare danni rilevanti. Le scosse che si avvertirono all'Aquila il 26 e 27 gennaio 1887, raggiunsero anche Rivisondoli, senza provocare, grazie a Dio, vittime o danni di rilievo. Analogamente le scosse del 26 agosto 1889 [Mag. > 4.5], con epicentro  a Castel di Sangro, ove danneggiarono  il vecchio ospedale. Il secolo si conclude con i terremoti del 1892, il 21 gennaio nella Marsica, il 30  giugno nell'Aquilano ed il 9 agosto ad Ortona.

Il XX secolo presenta subito le proprie credenziali con il disastroso sisma che a Messina, mieté 140.000 vittime (28 dicembre 1908), guadagnando il triste primato del peggiore sisma che in tempi storici abbia martoriato la nostra penisola.

Il 13 gennaio 1915 i sismografi di tutto il mondo registrarono le scosse del terremoto che sconvolse il bacino del Fucino, facendo nella sola Avezzano oltre 10.000 vittime. La violenza del sisma fu nettamente avvertita anche a Roma, ove crollò una delle statue del frontespizio della Basilica di San Giovanni in Laterano. Distruzione e morte si diffusero nella valle di Sulmona, e verso sud-est distruzioni colpirono gli Altipiani Maggiori d'Abruzzo, ove Pescocostanzo, Roccaraso, Rocca Cinque Miglia, Castel di Sangro risultarono seriamente danneggiati. A Rivisondoli non furono segnalate vittime, ma diversi edifici risultarono lesionati, e si ebbero anche alcuni smottamenti di terreno. Le lesioni più significative furono riportate dalla chiesa di Santa Maria della Fonte, che poco dopo il sisma fu demolita proprio a causa degli irreparabili danni subiti.

Disastroso per Lama dei Peligni e Taranta Peligna fu il sisma del 1933 [Mag. > 5.6], generatosi nel settore Meridionale della Majella, che fece sentire i suoi effetti a Sulmona, con magnitudo VIII grado della scala Mercalli, di un grado superiore a quello del 1905 che gravi danni aveva causato nel capoluogo peligno.

Castel di Sangro fu l'epicentro dei terremoti del 31 luglio 1936 [Mag. > 4.5], e 15 ottobre 1940 [Mag. > 4.5], mentre il 24 novembre dello stesso anno si ebbe un sisma [Mag. > 4.5] con epicentro a Pescasseroli.

Fonti archeologiche ci informano di un grande terremoto dell'Antichità ( intorno al 150 d.C.) registrato nell'area di Sulmona. Diverse stratigrafie effettuate nell'area, in particolar modo a Cansano, Corfinio e Sulmona, sono concordanti con quanto riportato sulla epigrafe conservata a San Clemente a Casauria, che fa riferimento alle riparazioni apportate alla pesa pubblica presente nel Pagus Interpromium.


Tre sono i motivi che ci hanno indotto a caratterizzare l'appuntamento di questo mese di Maggio con l'argomento "terremoto".

- Il  prossimo  6 Maggio  sarà trascorso appena un mese dalla prima  scossa del  sisma che ha sconvolto i paesi dell'Aquilano e lo stesso capuloogo,

  e che ancora oggi fa  sentire la sua presenza con i quotidiani scuotimenti del terreno dello sciame sismico attualmente in atto.

- Il 7 e l'11 Maggio rappresentano poi  il 25° anniversario del terremoto che nel 1984 colpì duramente Rivisondoli.

  Numerose  abitazioni del centro  storico furono  pesantemente  danneggiate,  e per settimane non  pochi abitanti  s'accamparono  nelle  roulotte e

  nell'attendamento impiantati a Piè Lucente.

  Sono ancora negli occhi di molti le violente oscillazioni del campanile, accompagnate dall'improvviso scampanio disordinato che seguì  subito dopo

  al sordo,  profondo boato  che saliva dalle viscere  della terra.  La scossa  dell'11 Maggio ore 13:14, raggiunse i 4,6 gradi della scala Richter,

  e fu causata da movimenti crostali alla profondità di ca. 12 km sotto le montagne del  parco Nazionale d'Abruzzo, immediatamente a  sud del lago

  di Barrea.  Abbiamo  trattato  alcuni  degli  accadimenti   connessi al  sisma  nella sezione  "Treni e terremoto",   ed  accanto a  questi episodi  di

  straordinaria  vicinanza  umana,  purtroppo  si  ebbero  a registrare, nella  fase  successiva  all'emergenza  durante la  ricostruzione,  inevitabili

  espressioni  di  egoismo  e  sopraffazione  dei  pochi  senza scrupoli  e  senz'anima,  che si  approfittarono della  ingenuità e  dello scarso  livello

  d'informazione  degli sventurati  incappati nelle loro grinfie.  A  noi piace  al contrario sottolineare l'abnegazione di chi s'adoperò nell'aiuto dei

  più deboli e più sprovveduti, e su tutti,  con un moto  di simpatia  non possiamo non annoverare  Nicola D'amicone,  ferroviere nel midollo, che da

  allora, a pieno titolo meritò sul campo il soprannome di "Zamberletti".

- Movimenti della terra, e moti dell'anima !!!  E sì,  anche questo fanno i terremoti. E questi ultimi subirono un notevole sconquasso anche grazie

  a  Chiara che anticipò il suo  arrivo tra noi  proprio a causa dello stress indotto dal  terremoto.  E la terza  settimana di  maggio vedrà Chiara

 impegnata  in un ulteriore appuntamento: la presentazione di un volumetto che riporta sulla copertina

 " SAPIENZA  UNIVERSITA' DI ROMA - FACOLTA' DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI

Candidato: Chiara ...........  "

 .... sì, proprio lei, quel piccolo irrequieto terremoto, dolce subbuglio dell'anima.

 

 


 

Terremoto a l'Aquila

e paesi vicini.

 

Riposo eterno per le vittime.

Vicinanza concreta ai sopravvissuti, nell'aiutarli ad alleviare il peso della loro Croce

 

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2011

Inarrestabile il trascorrere del tempo ............ ineluttabile il destino degli uomini.

Sono trascorsi 2 anni dalla notte di quel fatidico 6 Aprile ..... molto è stato detto, e ciò che finora è stato realizzato è sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto quanto ancora, e cosa è in fase di concreta tempestiva realizzazione ?

Per nostra natura siamo ostinati nel vedere la "bottiglia mezza piena". Ci resta francamente difficile, al contrario, negli incontri che abbiamo avuto con amici a l'Aquila e ad Onna, a non vedere un "calice ricolmo di amarezza".

Cerchiamo allora di trovare nelle esperienza del passato qualcosa che ci possa essere d'aiuto, se non altro per evadere dall'aspra quotidianeità.

Abbiamo scovato nel sito un articoletto che riteniamo interessante, se non altro per qualche meditazione aggiuntiva.

Per comodità dei navigatori, oltre al link diretto attivabile cliccando dal logo del sito, ne riportiamo integralmente il contenuto. Buona lettura !!!

TERREMOTO:   Scelte  all'avanguardia ai tempi dei Borbone

Lo scrittore Gennaro De Crescenzo ci illustra come i Borbone affrontarono i terremoti che colpirono il Regno di Napoli.

"Anche in occasione dei frequenti terremoti che colpirono il Regno delle Due Sicilie, i Borbone dimostrarono buone capacità di governo e operarono scelte utili che ancora oggi si potrebbero definire all’avanguardia. Di fatto si trattava della prima legislazione antisismica in Italia. Riportiamo solo qualche esempio.

Il 5 febbraio del 1783 una violentissima scossa di terremoto aveva colpito l’intero Sud dell’Italia (30.000 le vittime nella sola Calabria).

Ferdinando IV avviò un programma di soccorso, assistenza e ricostruzione che rappresenta ancora oggi un modello di efficienza. Le popolazioni furono immediatamente alloggiate in baracche; partì un’opera ciclopica di prosciugamenti, bonifiche, ricostruzioni e costruzioni (case, strade, mulini, forni,magazzini).

Furono «rilocalizzati» circa trenta centri urbani che sorgevano in aree a rischio e con nuove norme edilizie che prevedevano un sistema di travi riempite che rendevano antisismiche le costruzioni (le case baraccate).

Per la ricostruzione, poi, fu istituita,una Cassa Sacra che incamerò rendite e beni ecclesiastici calabresi con poteri autonomi e con la possibilità di governare direttamente sul territorio e di eliminare lungaggini e danni della burocrazia.

Un altro esempio: il violento terremoto che nel 1851 distrussela città di Melfi e i paesi vicini.

Ferdinando II per otto giorni si recò a visitare i luoghi del disastro con il figlio Francesco e il ministro per i Lavori  Pubblici, provvedendo personalmente per i casi più disperati. In un anno la ricostruzione era già stata completata.

Il 16 dicembre del 1857, poi, un violentissimo terremoto colpì una vasta zona compresa tra il Vallo di Teggiano e la Basilicata. Duemila i morti solo a Polla.

Sempre Ferdinando II, superata la fase dell’assistenza, predispose la costruzione di una nuova città (una sorta di avveniristica«newtown») per trasferirvi i sopravvissuti.  Si trattava delle famose «comprese» di Battipaglia: delle vere e proprie colonie agricole in territori per i quali già dal 1855 erano stati avviati interventi di bonifica. La colonia doveva accogliere 120 famiglie.

Dopo l’unificazione italiana cambiarono anche i criteri di assegnazione e fu abbandonata la legislazione adottata dai Borbone in materia di prevenzione e di assistenza per i terremoti".


Di G. De Crescenzo, autore del libro: "Le industrie del Regno di Napoli".

 


 

Per chi trovasse interessante approfondire la conoscenza sui terremoti, ed in generale sugli aspetti geologici della nostre regione, riteniamo utile riportare link dei seguenti siti:

 - ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA  :

  http://www.ingv.it/

 - U.S. GEOLOGICAL SURVEY EARTHQUAKE                      :

  http://earthquake.usgs.gov/