... i piccoli vestivano così

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Rivisondoli in cartolina

la Voce di Rivisondoli

 

      pag. 3a

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Nella sezione dell'abbigliamento in Abruzzo di pag. 3, abbiamo sottolineato la presenza dei bambini, ad evidenziarne la dolcezza nella loro candida semplicità e tenerezza..

Vogliamo dedicare loro questa sottosezione, ed offrire un panorama il più ampio possibile che ne percorra gli anni che dalla nascita li accompagna sino all'adolescenza.

La foto sulla sinistra risalente ai primi anni del novecento racchiude diversi elementi tipici dell'epoca, nella nostra regione.

Innanzitutto il copricapo delle due bambine, che ricalca il tipico "fazzolettone" femminile, il che attribuisce alle due fanciulle un aspetto più adulto rispetto alla loro tenera età.

Le lunghe casacche, realizzate in pesante e robusta tela, e la "mandrella" della piccola sullo sfondo ne individuano chiaramente la classe sociale di appartenenza. Ma neanche il grande fazzoletto riesce completamente a tenere celata la dolcezza dei lineamenti infantili, esemplificata in entrambe dal profilo dei nasini a "patatina".

Ciò che colpisce nella foto è il berretto del ragazzo, del tutto simile a quello del "Monello" dell'omologo film di Charlie Chaplin del 1921. Non possiamo escludere che il fotografo abbia subito l'influenza , magari inconscia, di questo stereotipo coevo, certo è che l'intera immagine se ne arricchisce di una valenza iconografica non secondaria, conferendole una ben precisa collocazione storica.

Con questa ed altre immagini che seguiranno, desideriamo offrire ai visitatori dei nostri giorni non solo l'identità della nostra terra d'origine, ma anche e soprattutto la certezza di un efficace recupero storiografico. Abbiamo da tempo avviato un percorso d'immagini, correlate nelle varie sezioni da un dialogo immediato ed auspichiamo emotivamente efficace, inteso come impegno irrinunciabile nei confronti della storia e del contesto sociale del nostro territorio.

Gli sguardi dei fanciulli proiettati oltre il basso muretto, a protezione forse verso le balze sottostanti, diventano quasi lo specchio di una società a volte irrequieta,  protesa nell'ansia di un futuro di emancipazione e di riscatto da una realtà dura ma nel contempo ricca di suggestioni e di poesia. In un certo senso, lasciandoci coinvolgere nella suggestione poetica dello stato d'animo indotto dall'immagine, collochiamo dopo quasi un secolo, i tre ignari bambini nella sfera del mito, e nella leggenda affascinante degli eroi e/o degli angeli.

 

Abbiamo affiancato le due immagini qui sopra, per evidenziare il contrasto dell'abbigliamento infantile nelle diverse classi sociali di appartenenza.

Le due immagini che proponiamo alla visione  sono state scelte per agire da stimolo ai navigatori del nostro sito e suscitarne in ciascuno gli spunti che la propria sensibilità saprà fare affiorare. Per questo limitiamo le didascalie a poche notizie essenziali per la collocazione nel contesto storico-sociale di appartenenza.

La prima riprende un momento di tranquilla quotidianità al mercato di piazza Garibaldi (all'epoca piazza Grande) nella Solmona del 1910. Notevole il tipico abbigliamento d'ogni giorno del gruppo delle popolane in primo piano, due delle quali sorreggono in braccio due bambini in tenera età. Del più piccolo sulla destra ci piace sottolineare la ricercatezza della copertina sopra " ru fasciatrije", le lunghe bende che hanno bloccato le gambine dei neonati nei primi mesi di vita, sino oltre la metà degli anni cinquanta. Tenerezza suscitano poi i volans che impreziosiscono le cuffiette copricapo.

Dell'immagine sulla destra, del 1916,  nella sua scarna semplicità desideriamo sottolineare la dolcezza della sguardo della giovane mamma, orgogliosa della "prodezza " del figlioletto, e pronta ad intervenire (come denota la postura delle mani) in caso di necessità. L'abbigliamento di entrambi è ridotto all'essenziale, senza fronzoli o ricercatezze, ed il bimbo procede sulla nuda terra a piedini scalzi. La "seggetella" richiama alla nostra memoria esperienze comuni, quando polifunzionale nell'utilizzo quotidiano, ha rappresentato per noi bambini il primo giocattolo a disposizione, nella nostra fantasia fido destriero che sollecitavamo al galoppo, ondeggiando avanti e indietro ...... quanti capitomboli e bernoccoli sin dai primi tentativi !!!.


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 - Album Fotografico - 

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Immagine di bimbi a fine '800.

Bellissima immagine databile fine '800, che ha richiesto una paziente opera di restauro. Fotografia rinvenuta, con molto altro materiale iconografico, nella cassapanca in soffitta (ndr. scampata fortunosamenta alla distruzione bellica ed alla cupidigia degli sciacalli, che se consapevoli del valore oggi assunto per noi, ne avrebbero certamente fatta incetta).

Sono ripresi dei bimbi sull'uscio di una misera abitazione. L'abbigliamento è quello tipico quotidino dei nostri paesi in quel periodo (manca purtroppo ogni annotazione o riferimento geografico); qualche perplessità per la bambina in primo piano con il corpetto a giustacuore (probabilmente la mamma non ha resistito alla tentazione rappresentata dal fotografo !!!), che nasconde quasi completamente l'altro bambino alle sue spalle. Unico dettaglio certo, non essendovi altra alternativa, è rappresentato da "ri chjuochie" ai piedi dei ragazzi. Elemento questo distintivo delle zone del Lazio a confine con la nostra regione, denominate appunto Ciociaria.

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