.. grata a Mons. A. Ciccarelli

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Mons. don Antonio Ciccarelli

Il ricordo di Monsignor CICCARELLI è impresso indelebilmente  nell'animo dei Rivisondolesi, principalmente per l'azione tenacemente svolta per la realizzazione della nuova facciata della Chiesa Parrocchiale di San Nicola.

Numerose  sono  le  opere  meritorie

intraprese in tutto l'arco del servizio sacerdotale, e mirabilmente compendiate nel Bollettino Parrocchiale del novembre 1932, di cui conserviamo gelosamente un esemplare, e che proponiamo in questa pagina, alla foto n. 2 della raccolta associata. Il Suo legame con Rivisondoli risale al periodo estivo del 1917, quando per  mancanza di  sacerdoti causa la guerra, don Antonio Ciccarelli resse la Parrocchia del ns. paese quale Economo Curato.

Nell'ottobre del 1926 tornò a Rivisondoli come Arciprete e Vicario Foraneo, dopo la triste parentesi di oltre un anno dalla morte dell'ultimo Parroco, l'amatissimo nostro concittadino Monsignor Nicola MASCIO, il quale "fu colto da inopinato malore che lo doveva ben presto condurre alla tomba"  come egli stesso ebbe a ricordare in uno dei suoi numerosissimi scritti.



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Mons. Antonio CICCARELLI - ordinato sacerdote a Sulmona il 10 Novembre 1907

 


La corrente di simpatia instauratasi tra Lui e la popolazione di Rivisondoli, si concretizzò nelle numerose opere intraprese negli anni del suo ministero pastorale. Come ebbe a ricordare in un suo scritto don Eriberto Ferrara :[[..... E, si mise subito all'opera: infatti, mentre veniva a Rivisondoli, nel treno stesso si intese con alcuni sacerdoti che andavano predicando per le SS. Missioni, perché fossero qui venuti ad esplicare il loro ministero. Vennero infatti, e la Missione, necessaria per porre un valido fondamento a tutto un edificio morale, riuscì fruttuosissima..... ]]

Mons. Ciccarelli avviò immediatamente opere di riattazione della Chiesa Madre, sia di sistemazione dell'esistente (riparazioni del tetto, rinnovamento dei finestroni mal costruiti dall'origine, sistemazione dell'impianto elettrico etc.etc.), che di realizzazioni ex novo, vuoi logistiche che di completamento della sacralità dell'edificio. E' sempre don Eriberto che scrive : [[..... e aveva sistemata la sacrestia, fatta costruire dal suo benemerito predecessore Mons. Nicola Mascio di felice memoria, col portarvi l'acqua e farvi costruire quel luogo ...<<che tacere è bello!...>>  In seguito si adoperò a donarle quant'altro serviva a togliere, o scemare il freddo e il vuoto della Chiesa stessa, vasta come i desideri del popolo che Le fu sempre affezionato...... ]]

Per il finanziamento del rifacimento della facciata della Chiesa Madre, Mons. Ciccarelli ideò ed effettuò un viaggio negli Stati Uniti d'America tra la fine del 1927, ed i primi mesi del 1928, realizzando una colletta tra i paesani emigrati, ed altri volenterosi, di oltre lire 70.000 dell'epoca.

Purtroppo il fallimento della Banca presso la quale era stato depositato il denaro raccolto determinò la perdita di lire 30.000, che però non scoraggiò il ns. Parroco e tutta la comunità rivisondolese ad avviare le opere di rifacimento previste.

Nella foto a fianco è rappresentato il bozzetto originale della chiesa  progettata ad inizio secolo, con la facciata che suscitò immediatamente tante polemiche. [[.....Essa infatti fu il risultato di una  capricciosa serie di varianti dell'artistico progetto dell'ing. Fiocca di Castel di Sangro; inoltre venne costruita a varie riprese, in assenza di una efficace direzione tecnica, e quindi in balia delle velleità costruttive delle diverse maestranze alternatesi nei lavori, ed ebbe a risultare tutt'altro che artistica; ..... non molto tempo dalla sua ultimazione ebbe a presentare preoccupanti fenomeni di sfaldamento .... del tenero, per quanto gelivo pietrame delle cave di Taranta Peligna...... ]] da un articolo dell'Ing. Tommaso Tollis di Pescocostanzo.

Del rifacimento della facciata parleremo dettagliatamente nell'apposita sezione.

Qui completeremo l'elencazione delle opere materiali che don Antonio fece realizzare per la chiesa di San Nicola, ricordando l'elegante balaustrale, ed il pulpito, offerto dalla compaesana Beatrice Romito, e che oggi purtroppo risulta privo della scalinata d'accesso, "svanita" negli anni '70, e che ammiriamo in tutta la sua eleganza nell'immagine a lato.

Sempre dagli scritti di don. Eriberto Ferrara ricordiamo : [[.....fece chiudere la scalinata d'accesso al Soccorpo, usufruendo dello spazio ad essa sovrastante per l'erezione di un artistico presepe stabile che, a sua volta, fa da base ad un ligneo lavoro trifido che accoglie tra statue prima fuori sede, lasciando tuttavia un porta per cui si può ugualmente accedere al soccorpo......]].

Con i materiali di risulta della demolizione della preesistente facciata vennero inoltre realizzate la casa Canonica e la sala per le Associazioni Cattoliche.

[[.....Né Monsignor Ciccarelli trascurò le altre chiese del paese, che anzi fu Lui ad incitare e spianare il terreno alla Congregazione del Suffragio, affinché riprendesse il possesso della Chiesetta di S.Antonio Abate (indegnamente adibita a fienile!!...), la ripulisse e ristabilisse, come poi fu fatto.

Finalmente fu Lui a non far cadere la cara chiesetta di S. Anna, in cima al Colle, pensando al rifacimento del tetto, in una lamia nuova a stucco, ad un bel pavimento e ripulendola e liberandola da ex-voti indegni della casa del Signore.

Fu Lui a far costruire il muro esterno della Portella, allungandolo ed ornandolo di una bella balaustra; ma più di tutto, facendo in modo che detto Santuario passasse dall'amministrazione della Congregazione di carità, impossibilitata a curarsene, sotto la giurisdizione della Parrocchia ......]]


Quanto riportato ai precedenti paragrafi è stato ripreso dal Bollettino Parrocchiale edito in occasione del giubileo sacerdotale di Mons. Ciccarelli. In quella circostanza venne eletto un comitato per i festeggiamenti, presieduto dall'avvocato Nicola Romito, che tra l'altro si premurò di divulgare gli attestati di apprezzamento da più parti formulati nei confronti del festeggiato. Ne riportiamo parzialmente alcuni, a ns. parere significativi da un lato a testimonianza della corrente di simpatia di cui don Antonio godeva da parte della popolazione, e quale ns. impegno a mantenere vivo il ricordo di persone ed eventi del ns. Paese, anche attraverso la semplice citazione di accadimenti poco noti, che nella loro semplicità e schiettezza si illuminano del fascino  di struggente nostalgia.

Ecco quindi in prima fila gli auguri dei Podestà dell'epoca, cariche ricoperte a Rivisondoli dall'avvocato Eugenio Ferrara, ed a Pizzoferrato, paese natale di don Antonio, dal sig. Francesco Leone. Seguono il sonetto composto per l'occasione da V. Mazzarella (autore tra l'altro della canzone dialettale "sci tu Rivisuonnele") e l'elegia di Filippo Ferrara fu Giovanni (Filippitte).  Da non trascurare la gratitudine dei seminaristi Romolo Ferrara, Ugo di Donato, Tancredi e Tolmino Iarussi che affiancano le espressioni di stima di don Pasquale Leone già parroco nel ns. Paese, e di don Nunzio Angeloni Parroco decano del Vicariato Foraneo di Rivisondoli. Da non dimenticare la menzione di "Riconoscenza doverosa " da parte di Edilio Ferrara quale Presidente del Circolo Giovanile <<S. Nicola di Bari >> e di Elsa Ramicone nella veste di Presidente dell'Ass.ne G.F.C. << S. Maria della Portella di Rivisondoli >>.

 

Tra tutti gli scritti riportiamo i tratti salienti di quello di Fra Costantino Troiano dei Minori Conventuali Francescani:

Rev. Monsignore,

Una gioia inesprimibile questa volta ha invaso grandemente l'anima mia, nel sentire come per Lei è giunto, pieno di consolazione certamente, il venticinquesimoo anno del Suo Sacerdozio. ...... Può essere certo che ho ricordato a Gesù gl'innumerevoli sacrifici che Lei ha fatto per il mio incremento morale. Per tutto ciò non ho né oro né argento da restituirLe però faccio il possibile di mettere in pratica tutto ciò che mi esorta a fare; cioè di rendermi degno del nostro Serafico Patriarca, e di studiare senza mai stancarmi. ....

                           Dev. Suo Parrocchiano

                   Fra Costantino Troiano


Accanto all'impegno materiale di cui si è sin qui trattato, notevole fu il lavoro spirituale portato a compimento da don Antonio, impegno più apprezzato da Dio che dagli uomini. Egli si adoperò per una formazione religiosa di ampio respiro, corroborandola con la fondazione di una biblioteca di oltre 100 volumi.

Propagandò l'idea missionaria e portò la ns. Parrocchia nel giro di pochi anni ad un primato assoluto tra le altre Parrocchie rurali della Diocesi di Sulmona.

Avviò il movimento dell'Azione Cattolica e lo incrementò al punto da conseguire il Gagliardetto Regionale, consegnato ad un giovane rivisondolese della sezione Aspiranti, direttamente dalle mani del Sommo Pontefice. Oltre a ciò Rivisondoli conseguì il primo premio dell'Associazione Giovanile maschile, e si collocò ai primi posti nella graduatoria delle Associazioni femminili.

Mons. Ciccarelli fondò a Rivisondoli le Opere Missionarie, sia con l'istituzione delle festa della S. Infanzia nel giorno dell'Epifania, sia con l'iscrizione numerosa alla Propagazione della Fede (su duemila abitanti si riuscì a versare annualmente  più di mille lire dell'epoca). Nel 1931 vennero istituiti il Circolo giovanile femminile <S. Maria della Portella> e quello maschile intitolato al Protettore S. Nicola di Bari.

Le parole dell'avv. Nicola Romito scolpiscono mirabilmente la statura morale del ns. Parroco, che ha lasciato traccia indelebile nella storia di Rivisondoli:

<<  .... Così, mentre ai Farisei antichi e moderni piace adorare la parola, corpo del pensiero, ed uccidere lo spirito, in lui le azioni sono in armonia con le parole. Il suo esempio luminoso c'insegna che, solo quando l'azione precederà la parola, avremo trovato veramente quel Dio che troppo spesso ricordiamo e troppo poco serviamo  >>

 

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gli Indimenticanili   

Non e possibile concentrare il poche righe, come richiesto dal carattere divulgativo del nostro sito, tutta l'opera di Mons. don Antonio Ciccarelli. Riteniamo pertanto di caratterizzarne compiutamente la figura proponendo il primo numero del "Bollettino parrocchiale" del  6 Dicembre 1926, efficacissimo mezzo di comunicazione istituito proprio dal nostro indimenticato parroco.

Da parte nostra ne conserviamo gelosamente le copie che si sono miracolosamente salvate alla furia distruttrice della guerra, e che per molti aspetti costituiscono la fonte preziosa di tantissime informazioni sulla nostra comunità paesana, negli anni a cavallo del secondo conflitto mondiale.


MONS.  CICCARELLI  AI  SUOI  DILETTI  PARROCCHIANI

Richiamato in Diocesi dai miei buoni Superiori espressamente per venire in mezzo a voi, fra cui stetti per alcuni mesi durante l'anno di guerra 1917 e fra cui tornai poi ogni tanto per motivi di predicazione (talché una corrente di spiritual simpatia s'era venuta stabilendo tra di noi), eccomi ora ad essere il vostro Arciprete effettivo. La mia nomina e la mia venuta si sono effettuate in un modo rapido. E rapidamente (in un mese e poco più) ho provveduto - coll'aiuto del Signore e coll'aiuto vostro - a che fosse riparato il tetto della Chiesa a che fosse portata in Sagrestia l'acqua, a che si svolgesse nella Chiesa Madre (dopo una quindicina d'anni forse) un buon corso di Sagre Missioni.

Ma .... finora non abbiamo fatto che l'indispensabile a farsi. Molto ancora c'è da fare, per poter riuscire a mettere in tutta la sua piena efficenza il tempio maestoso simile ad imponente Cattedrale, che il popolo di Rivisondoli con sforzi veramente da gigante, ha voluto in questi ultimi tempi innalzare al suo Protettore S. Nicola di Bari, auspice quell'infaticabile Arciprete che risponde al nome di D. Pasquale Leone e l'illustre vostro concittadino Mons. Nicola Mascio, mio predecessore, così repentinamente dalla morte rapito !...

Molto c'è da fare, e si deve fare dal popolo sempre volenteroso di Rivisondoli, per quella che è veramente la sua Chiesa, e costituisce il suo vanto principale - C'è da sistemare la facciata della Chiesa quand'anche non debba rifarsi tutta quanta, importando una spesa in quest'ultimo caso - di quasi centomila lire.... Ci sono da utilizzare i locali inferiori della Chiesa che, ben ridotti, potranno servire a riunire tutta la gioventù di Rivisondoli, specialmente nelle lunghe sere invernali e nei giorni festivi per toglierla di mezzo alla strada, ed   educarla  a   tutto  ciò   che  affina l'animo,  a tutto ciò che è buono e bello e santo. E poi bisogna riempire la Chiesa troppo vasta, con due file simmetriche di comodi banchi fatti tutti secondo un tipo prestabilito; così che quasi ogni famiglia possa avere il suo banco in Chiesa. E bisogna anche illuminarla  bene la Chiesa, eseguendovi un artistico impianto elettrico.

Coraggio adunque, miei cari Rivisondolesi. Io sono pronto a dare tutta la mia opera per la solennità e l'arricchimento della vostra Chiesa; ma voi ma ne dovete dare i mezzi: voi tutti, ricchi e non ricchi residenti in paese o nelle Puglie o nelle lontane Americhe. A bella posta ho pensato di pubblicare questo Bollettino, perché mese per mese vi venissero principalmente registrate le vostre offerte e le spese da me sostenute, offerte che debbono ripetersi e non darsi una volta tanto, dal momento che si ripetono le spese per compiere diverse opere abbastanza dispendiose. Nè iscoraggiamoci affatto: a poco a poco, riusciremo a tutto, coll'aiuto del Signore, coll'aiuto particolare del nostro Protettore S. Nicola e di Colei "ch'è l'alta sede sui monti gelidi" volle innalzare: dico la nostra Protettrice Maria SS.ma della Portella.

Si, scopo ancora di questo Bollett. oltre quello di notare tutto il movimento parrocchiale, è di estendere per quanto più si può la conoscenza e la devozione verso questo Santuario della Madonna non come si dovrebbe frequentato .... Perciò ci affrettiamo a pubblicarne sin da questo numero, le più importanti notizie che vi si riferiscono, con viva preghiera di farle leggere a quante più persone forestiere possiamo, ed invogliarle ad accorrere in pellegrinaggio - all'eletta vergine della più alta montagna Abruzzese.

Così con  tali intendimenti redatto, questo piccolo Bollettino Parrocchiale, sarà come la voce più cara che potrà giungere ai Rivisondolesi emigrati in America o altrove; costituirà il vincolo più facile fra essi e le proprie famiglie qui residenti; ed alla lettura mensile di esso tante idee buone si ridesteranno, e tutti i lettori si sentiranno spinti a contribuire per quanto più possono al completamento ed all'arricchimento della propria Chiesa Madre e fare la massima propaganda per una più intensa venerazione verso la Madonna della Portella.

Dopo di che a me non resta - in attesa delle offerte che mi voglio sperare pioveranno abbondanti - non resta che augurare a tutti i cittadini di Rivisondoli - dovunque essi si trovino - il buono e santo Natale, l'anno nuovo pieno di vera e grande felicità!

Grazie all'encomiabile  ricerca pluridecennale e dal lavoro di composizione storica dell'amico Marcello ROMITO, riportiamo a seguire una nota redatta da Mons. Antonio Ciccarelli  il 6 Dicembre 1945. Riproduciamo fedelmente i capoversi iniziali e l'ultima pagina del manoscritto originale, che per comodità d'interpretazione trascriviamo quali fedeli amanuensi, emozionati nel divulgare questo documento dal quale traspare la profonda, sensibile umanità dell'uomo innamorato del nostro paese, e la solida forza pastorale e religiosa dell'Uomo di Fede, che tanto bene hanno concretizzato in favore della nostra comunità.  

Queste due lettere appena trascritte rappresentano, non solo idealmente, i due capisaldi tra i quali per 19 anni si è sviluppato l'impegno umano e pastorale del nostro amato don Antonio CICCARELLI. Il secondo documento, come ebbe a sottolineare in un suo scritto  don Antonio Pintori,  " rivela la nobiltà di quest'uomo, simbolo di'integrità umana e cristiana "

 

Anno 1943

Si era per istampare il Bollettino e fare il resoconto dell'anno, quando Rivisondoli, la cittadina di Rivisondoli (possiamo appellarla così, che bella cittadina era diventata ed ecclesiaticamente e civilmente parlando) fu investita in pieno dai Tedeschi, che, avendola occupata sin dai primi giorni del Settembre 1943, si affermarono ben presto come ottimi rapinatori di vacche e di giovenche, fino a distruggere la caratteristica di Rivisondoli: l'industria di quegli squisiti latticini freschi denominati "scamorze". Rapinarono altresì quasi tutti gli altri animali che vi erano in paese ( cavalli, muli, maiali ), nonché torme addirittura di pecore destinate a tornare in Puglia.

Occuparono i signori tedeschi tutte le migliori case, ed in prima tre ottimi alberghi, poi incominciarono la caccia all'uomo,  per fare dei lavori di trinceramento e di difesa che - secondo loro - dovevano essere superiori ai lavori della famosa difesa Cassino: in ultimo emisero un editto che diceva pressappoco così : " questo paese deve saltare in aria, e perciò la comandatura Tedesca ordina di sgombrarlo in due giorni. Chiunque rimane pel mezzogiorno del 28 Ottobre 1943, sarà considerato come spione e fucilato ". Non tenterò descrivere quel che avvenne immediatamente dopo questo crudo editto: ricorderò solo che in mezzo a quel fuggi-fuggi eminentemente nervoso e doloroso, un albergatore locale, Teodorico Iarussi, mi portò un cappello nuovissimo da Vescovo, rubato dai Tedeschi in ritirata dalla provincia di Campobasso, e poi lasciato nel suo albergo: esempio lampante questo, di anticlericale ladroneria nazista! ...

Il sottoscritto Arciprete intanto, Mons. Antonio Ciccarelli, nativo di Pizzoferrato (diocesi di Sulmona ma provincia di Chieti), scacciato dalla sua parrocchia, pensò di tornare al suo paese natio, anche perchè vicino questo al fiume Sangro, quasi raggiunto verso la fine di Ottobre dalle truppe degli Alleati. E seguito da parecchie famigkie Rivisondolesi,(fa cui quella del distinto Signore D.Eugenio Ferrara) attraverso folti boschi rigurgitanti di mota. Dopo una giornata dolorosissima di cammino e di pioggia giunse finalmente a Pizzoferrato. Quivi si occupo di collocare nel miglio modo gli sfollati ed era a buon punto, quando di notte tempo arrivarono anche a Pizzoferrato i Tedeschi che, bestialmente scacciarono gli abitanti. Allora Mons. Ciccarelli si rifugiò in una sua masseria, e con lui non pochi e riguardevoli sfollati di Rivisondoli. A disposizione di costoro, Mons. Ciccarelli mise il boschetto che circondava la sua masseria e la masseria stessa, che per il soverchi affollamento, richiamando troppo l'attenzione dei Tedeschi, fu da costoro fatta saltare in aria alla sera del 10 Dicembre 1943. Allora si dovè pensare a fuggire .... Vari tentativi e dolorosi incidenti per passare le linee: Mons. Ciccarelli per poco non fu preso in pieno dallo scoppio di una mina tedesca. Parecchi sfollati di Rivisondoli - passate le linee - si recarono poi in Puglia : altri rimasero nei paesi liberati della provincia di Chieti: Mons. Ciccarelli si rifugiò presso il Vescovo di Trivento, il quale lo adibì a vari servizio religioso, di cui rimase tanto soddisfatto che con piacere lo avrebbe trattenuto nella sua Diocesi. Ma Mons. Ciccarelli non vedeva l'ora di tornare a rivedere la sua diletta parrocchia di Rivisondoli. Non appena infatti questa fu sgombrata dai Tedeschi (Giugno 1944 ),si mise a partire da Molise (piccolo centro della provincia di Campobasso da perciò si appella pure Molise), a cavallo di un asino robusto che portava anche i suoi bagagli, alla volta di Rivisondoli. Dopo una giornata di strapazzo e di sudore abbondante, giunse alla sera a Castel di Sangro; ed all'indomani, a piedi s'incamminò verso la sua parrocchia. Triste egli era e preoccupatissimo, per le prime visioni della devastazione tedesca a Castel di Sangro e dintorni, e per le prime notizie angosciose assunte dai primi Rivisondolesi smunti, pallidi, abbattuti, che aveva incontrati a Castel di Sangro. Ecco che si giunge a quella che fu Roccaraso, veramente .... rasa al suolo. Da Roccaraso si vede dirimpetto Rivisondoli che sembra stia quasi all'impiedi, ma che più mi avvicino, la trovo demolita per metà, e per l'altra metà quasi tutta smantellata nei tetti. Quando poi m'inoltro ad osservare le rovine della Chiesa Parrocchiale - (la chiesa del mio cuore, per completare ed abbellire la  quale lavorai 17 anni, feci per raccogliere fondi fra gli emigranti perfino un viaggio in America) - ; allora il mio povero cuore parve che non glie la facesse più a battere; e se non mi fossi appoggiato ad un capostipite della chiesa, sarei certamente caduto a terra privo di sensi ..... Povera Chiesa! -

Prima rovinata nell'abside, qualche giorno dopo il nostro sfollamento dai bombardieri Alleati che volevano colpire il comando Tedesco; poi scoperchiata dai Tedeschi per ingordigia di tegole e di legname infine schiacciata in parte dal suo stesso campanile fatto saltare per aria dagl'insaziabili distruttori Tedeschi ! ....

Chiesa messa sotto sopra, con le statue mutilate e bruciacchiate, colle custodie, le pietre sacre, i candelieri ed arredi sacri tutti profanati, colle canne dell'organo schiacciate e sperperate, senza più una campana, con delle  aperture ad ogni  angolo per  cercarvi

Questa la dolorosa realtà che si presentò agli occhi esterrefatti di Mons. don Antonio CICCACRELLI al suo rientro dallo sfollamento.

Da foto A. Gentile - C. di Sangro ___ Prop. art. riservata A.V. Romito

degl'immaginari tesori  ....   Chiesa ricca ridotta poverissima, come la vicina casa canonica derubata di tutto (della mia roba personale, di quella della Chiesa, dell'altra di parecchie persone che ve l'avevano nascosta, mai pensando che i barbari Tedeschi avessero profanato perfino i luoghi sacri); chiesa ridotta poverissima come l'annessa sala d'azione cattolica adibita a stalla, senza ritrovarvi neppure una delle 100 sedie che l'arredavano ! ....

Ma questa distruzione materiale (come esco fuori all'aperto), sento dire che è superata dalla distruzione morale, per opera specialmente di alcune donzellette locali, rimaste per otto mesi al servizio dei Tedeschi; che in combutta con essi avevano rovistato e spogliato tutte e singole le case, acquistando danari e corredo, collo scempio forse anche dell'anima senza aver ritegno di ballare coi Tedeschi indossando perfino vesti sacre ! ....Cosicché l'illustre concittadino D.Eugenio Avv.to Ferrara aveva a scrivermi nel Luglio 1944 da Canosa di Puglia (dove alcuni mesi dopo moriva affranto dai patemi d'anima e di corpo) aveva a scrivermi testualmente così: " Nel ritornare a Rivisondoli avrete pianto per le distruzioni effettuate dai nostri nemici, ma più avrete pianto per la dissoluzione del patrimonio morale effettuato da alcuni nostri montanari, maschi e femmine - femmine soprattutto ...." Certo si è ch'io scorato, annichilito da tanto disastro materiale e morale, cercai rincuorare quei parrocchiani ch'eran tornati in paese, ed all'indomani, Domenica, dopo le funzioni fatte alla meglio per mancanza degl'indumenti perfino più necessari ad indossarsi,  scappai a Sulmona per isfogarmi con il mio Vescovo. Questi mi ricevé fortunatamente, apprese affettuosamente i miei sfoghi, e fece del suo meglio per consolarmi. Volle che rimanessi alcuni giorni con lui; ed in questo frattempo mi rividi con il mio Economo D. Antonio Pintori giovane sacerdote di Palena, che molto aveva sofferto anche lui .... D'accordo col Vescovo si stabilì ch'io tornassi a rivedere il mio paese natio, e l'Economo suddetto si fermasse a Rivisondoli e vedesse, col mio aiuto e con quello della popolazione, di ricoprire alla meglio la casa canonica, onde avere un rifugio. Ciò che si fece alla migliore maniera. Intanto io consegnai a D. Antonio Pintori quanto avevo potuto salvare durante le mie peregrinazioni, in una valigetta che avevo sempre portato con me, e precisamente:

  • Lire 1305 in denaro e libretta postale della Chiesa parrocchiale col deposito di lire 4017,00 _____ L 5322,00

  • Lire 1000 in denaro e libretta postale della Chiesa di Portella col deposito di lire 901,50_______ L 1901,50

  • Libretta postale di S. Anna con _________   L 122,90

  • L 120 offerte per i poveri ____________   L 120,00

  • L 298 avanzo feste religiose 1945________   L 29800

  • L 100 per le Missioni ed il Seminario ____   L 100,00

  • L 65 in deposito per il 10Venerdì del mese ___   L 65,00

__________________________

Totale in danaro L. 7936,40

In più consegnai  a D. Antonio Pintori :

Croce pettorale ed anello di S. Nicola _________

Croce pettorale ed anello di S. Emidio _________

Donativi di Portella, d'oro ed argento, tutti elencati e riposti nel quadro che si espone al pubblico.

 

L'altra roba di Chiesa più o meno preziosa come calici, pissidi, acquasantiera, campanelli, incensieri di argento e corone della Madonna (compresa quella della madonna di Portella) fu tutta riposta tale roba in piccola cassaforte nascosta nel soffitto, e che fu trovata svaligiata completamente ....

La perdita è stata grande, immensa; ma il sottoscritto ha cercato di salvare quel che ha potuto...Soltanto che poi non ha avuto la forza di rimanere a Rivisondoli, vicino alle rovine disastrose di quanto egli - coll'aiuto dei buoni Rivisondolani - aveva costruito; ed allora s'è ritirato nel suo paese natio.

Però il suo pensiero va sempre alla ricostruzione di Rivisondoli: la  sua preghiera spesso, per questo s'innalza al Signore; e per Rivisondoli, e specialmente per la sua Chiesa Parrocchiale, Mons. Ciccarelli ripete il fatidico voto:

" Vivat, crescat, floreat ! "

"Che Rivisondoli, e specialmente la sua Chiesa, vivano, si accrescano fioriscano; coll'aiuto del Signore Iddio, ad intercessione della Beata vergine di Portella e dei Santi Protettori S. Nicola e S. Emidio - colla buona tenace volontà, di tutti i buoni, tenaci Rivisondolesi!"

                             Rivisondoli, 6 Dicembre 1945

                          Mons. Antonio Ciccarelli

 

L'immagine a lato ci mostra un giovane Don Antonio nel 1922; si tratta di un fotogramma estratto dal filmato realizzato da Pietro di Pasquale, detto "di Francone", e recuperato grazie alla ricerca di Ettore de Juliis.

L'avvenimento ripreso è la processione di San Domenico, che annualmente viene intrapresa dagli abitanti di Pizzoferrato, sino alla chiesa montana dedicata al Santo, in località "La Chiarenza" attualmente " Valle del Sole".

Don Antonio, in abito talare, appare ai minuti 01:32, e successivamente 02:04, come sottolineato dal commovente commento sonoro di Gino de Juliis.

Questo autentico gioiello da cineteca, è molto interessante oltre che per la rarità delle immagini collegate alla figura dell'amato Don Antonio Ciccarelli, anche perché costituisce un'inesauribile miniera cui attingere per la conoscenza dell'abbigliamento tipico delle genti del nostro territorio; di tutto ciò siamo grati alla collaborazione dell'amico Canzano Nicolino.

La visualizzazione del filmato si avvia cliccando sull'immagine di destra, o su "filmato" nella breve nota descrittiva.

Brevi note biografiche:

Mons. Antonio Ciccarelli nasce a Pizzoferrato (Isernia ma Diocesi di Sulmona) l'8 Settembre 1884, ordinato sacerdote a Sulmona il 10 Novembre 1907;

- si laureò in Teologia e Diritto Canonico a Roma risp. 1910 e 1911;

- dal 1912 a tutto il 1921 fu Canonico teologo della cattedra di Sulmona, nonché (1912) Cancelliere Vescovile della Curia di Sulmona, e ( 1912 - 1914) maestro nel ginnasio del Seminario di Sulmona ;

 

- dal 1914 1l 1918 fu maestro nella facoltà Teologica del Seminario regionale di Chieti;

- dal 1918 al 1923 fu Padre Spirituale del Seminario e del Convitto Vescovile di Sulmona;

- Giugno 1923 fu nominato Cameriere Segreto di Sua Santità;

- dal 1923 al 1925 fu inviato << ad tempus >> nella diocesi di Vallo della Lucania quale Pro Vicario Generale della Diocesi;

- nel Sinodo Diocesano di Sulmona del 25-27 Aprile 1928 fu riconfermato Ufficiale di Curia, Esaminatore e Censore.

Tra i numerosi scritti pubblicati, ricordiamo :

Giorni Festivi del 1928, Vita d'Abruzzo (3° edizione) del 1929 e Spunti e Profili Sociali del 1930.

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